L’artista Gabriele Germano Gaburro nel 2019 richiede che il cielo sopra gli ex Magazzini Generali di Livorno, sede dell’associazione culturale Carico Massimo, venga dichiarato no-fly zone permanente.
La richiesta, supportata da Carico Massimo, ha l’intento di produrre una sospensione nella suddivisione normativa dello spazio aereo, marcando la differenza tra « spazio aereo » e « cielo ».
Decolonizzato, il cielo torna al cielo: libero, indeterminato, senza genere.
La relazione tra Carico Massimo e il « suo » cielo è di sovrapposizione senza appartenenza: il cielo non è « di », ma semplicemente… sopra.
Il cielo torna al cielo: preumano, sgombero, di nessuno.
La richiesta razionalizza e regolamenta un’esigenza spirituale, rendendo possibile e costituendo il modello per future richieste da parte di altre associazioni, le quali vogliano liberare il “proprio” cielo e, idealmente, unirlo a quello “di” Carico Massimo.”
Il progetto comprende l’omonima petizione, tuttora in corso e in costante aggiornamento, pubblicata sul sito change.org, dove si legge:
Cielo riservato al Cielo è la prima richiesta pubblica di no-fly zone civili, che fa appello a una comunità globale di cittadini del mondo, e che ha per decisori vari enti regionali, nazionali, europei e internazionali, tra i quali: Enac; Easa; Icao; Eurocontrol; Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Ministero della Salute; Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Ministero della Difesa; 46° Brigata Aerea; Stato Maggiore Aeronautica …
All’opposto delle no-fly zone nate per ragioni militari, belliche o strategiche, Cielo riservato al Cielo fa richiesta di no-fly zone civili, che nascono da ragioni tutt’altre. Tra queste, le ragioni dell’ecologia.
Alla prima petizione ne è seguita una seconda, Cielo riservato alCielo 2, per liberare il Cielo “di” un’altra associazione culturale: Casa Sponge.
« Cielo riservato al Cielo desidera unire l’iniziativa culturale a quella ecologista, volgendole insieme a migliorare la salute del cielo e dell’aria che respiriamo, bene comune. Il desiderio è quello di creare le prime aree protette o riserve di cielo contro l’inquinamento atmosferico prodotto dal traffico aereo, al fine di tutelare l’elemento naturale dell’aria.
I dati sulle concentrazioni di inquinamento, che portano l’aria a livelli qualitativamente inaccettabili, indicano un’emergenza. Basti pensare che in media un aereo di linea inquina quanto 600 auto Euro 0, per cui si calcola che i principali aeroporti italiani producano ogni giorno la stessa quantità di emissioni di circa 350mila auto Euro 0. Le emissioni del traffico aereo non rilasciano solo anidride carbonica come inquinante, ma anche ossidi di zolfo, monossido di carbonio, idrocarburi non bruciati e particolato.
Il cielo ha realmente bisogno di essere salvato.
Per questo « Cielo riservato al Cielo » può dare un contributo vitale e fondamentale, sia entrando a far parte di un Piano Nazionale anti-inquinamento, sia venendo preso come riferimento per la redazione di futuri “PAMS”: Piani Aerei di Mobilità Sostenibile.
« Cielo riservato al Cielo » desidera creare adyton ipetrali, templi fatti d’aria nell’aria, sospesi nell’azzurro, privi d’alcuna architettura.
Nel futuro si alzeranno in cielo colonne d’aria pura, estruse in verticale per oltre trenta chilometri d’altezza, fino ai confini dell’atmosfera terrestre. Le associazioni aderenti all’iniziativa tracceranno una nuova costellazione di cielo riservato al cielo, un arcipelago di isole fluttuanti di cielo libero. Quando le petizioni otterranno vittoria e le no-fly zone verranno comunicate alle rotte degli aerei, divenendo effettive, noi potremo festeggiare, finalmente, la liberazione del cielo. »
Gabriele Germano Gaburro
Tutte le informazioni:
Cielo riservato al Cielo .
Contributo di
Carico Massimo