« La produzione di nuova cultura richiede un utilizzo del tempo nei confronti del quale il capitalismo comunicativo manifesta profonda ostilità. La maggior parte dell’energia sociale è risucchiata nel vortice del lavoro tardocapitalista e nella sua grandiosa simulazione di produttività […] Se esisterà un futuro, dipenderà dalla nostra capacità di riconquistare quegli utilizzi del tempo che il neoliberismo ha cercato di escludere e farci dimenticare »
—Mark Fisher, Il nostro desiderio è senza nome. Scritti politici, Minimum Fax, 2020.
Ogni giorno, per un paio d’ore, camminiamo per il nostro quartiere telefonando, organizzando il lavoro, discutendo tra noi su come realizzarlo. Durante questo tempo ci fermiamo a « registrare » gli odori che costituiscono queste raccolte. In questa sorta di archivi c’è quindi il portato del tempo e del pensiero dedicati a ideare non solo queste ma anche future opere.
Per la prima edizione della mostra « Biennolo » a Milano abbiamo realizzato un lavoro site specific, costituito da due serie di 25 “odori” ciascuna, raccolti nei giorni 27-28 febbraio 2019 durante il nostro sopralluogo alla ex fabbrica Cova e in occasione della conferenza stampa di presentazione della mostra.
Per realizzare l’installazione abbiamo raccolto lungo le strade pezzetti d’asfalto e piccoli sassi: a questi abbiamo legato fili elastici trasparenti a cui sono appese delle strisce di carta velina.
Su questa carta, estremamente volatile e leggera, sono stampate le descrizioni degli odori insieme alla geolocalizzazione di ognuno. I sassi sono fissati al soffitto e i fili con le carte pendono verso il pavimento, fluttuando o fremendo al minimo soffio d’aria.
Complessivamente fino ad oggi abbiamo realizzato sette diverse serie di 25 odori ciascuna, che sono state presentate in differenti esposizioni tra il 2017 e il 2019.
Anche « Odori » fa parte della serie di lavori che abbiamo definito « decelerazioni ».
Gli odori sono scritti in modo che non esista un soggetto “altro” rispetto a chi legge. La prima persona che li descrive non ha un sesso, è studiatamente chiunque pur essendo una voce estremamente intima.
Gli odori possono essere suoni, colori, astrazioni, forme di ricordo, aspirazioni, personaggi.
In occasione di mostre e workshop coinvolgiamo altre persone rendendo il dispositivo « Odori » un processo collaborativo oltre che site specific.
“ODORI” COME PROCESSO COLLABORATIVO
Per esempio in occasione del workshop tenuto presso l’Università Cattolica di Milano nell’autunno 2019.
In questa occasione abbiamo invitato gli studenti a rallentare i propri ritmi e cercare di descrivere gli odori che quotidianamente percepiscono andando all’Università o spostandosi all’interno dei suoi (davvero grandi) spazi.
Una sorta di sfida alla « funzionalizzazione » posta proprio in un ateneo in cui si insegna tradizionalmente economia. Abbiamo condotto un « anti-workshop » peripatetico, soffermandoci insieme ad annusare luoghi e momenti proprio mentre si affrontavano argomenti come il concetto di ozio duchampiano e quello di biocapitalismo. Tutti gli odori descritti dai partecipanti sono poi stati rielaborati e usati nell’installazione.
Contributo di
Premiata Ditta