Grandi assenze, sensuali presenze. Le pagine che raccontano la storia della lingua italiana mostrano le retrovie del protagonismo delle donne nei ruoli di muse ispiratrici. Viceversa, l’accezione al femminile della ‘lingua materna’ pare sottolineare la potenza generatrice della comunicazione interpersonale. L’artista Clarissa Falco (Genova, 1995) realizza una performance in cui trascrive nell’aria la parola come «dono della madre» nel sonetto « Tanto gentile e tanto onesta pare » di Dante Alighieri, presa a riferimento nell’anno in cui sono trascorsi 700 anni dalla sua morte. La mimica corporea rende la parola muta, priva cioè degli aneddoti della scrittura intesa come strumento di potere e, restituisce un volto femminile a quello strumento di conoscenza della società, che è la lingua.
—-Simona La Neve, curatrice
Contributo di
Clarissa Falco