Ubaldo Serbo (Muggia,Trieste, 20.6.1924 – Vicenza 26.5.2001) di famiglia triestino-toscana, trascorre la giovinezza a Macerata, dove, appena quindicenne, aderisce al gruppo futurista Boccioni, intrattenendo intensi rapporti con i futuristi Wladimiro Tulli e Bruno Tano. Il 19 marzo 1940, apre, con il poeta Fulvio Benedetti, il convegno collegato alla mostra futurista organizzata al Teatro Lauro Rossi di Macerata, recitando alcune sue liriche. La sua produzione poetica di quel periodo è ispirata dal propagandismo bellico promosso dal Manifesto dell’Aeropittura dei Bombardamenti e si protrae per circa due anni. In La poesia del sottomarino e Volo fantastico il giovanissimo Serbo dimostra già una grande padronanza tecnica e precocissime doti espressive. Dopo il suo trasferimento a Vicenza nel 1941 Elvero Maurizi individuerà, in alcuni testi successivi come Volospirale e Incubo, “una specie di fuga e di riflusso nel privato, dove affiora la consapevolezza, rivelata grazie all’oggetto linguistico, di orizzonti più intimi” [Maurizi, 1986]. Pur intrattenendo ancora assidui rapporti epistolari con i membri del Gruppo Boccioni di Macerata, l’aeropoeta futurista Ubaldo Serbo aderisce al Gruppo Savarè di Monselice, iniziando una intensissima attività declamatoria che si svilupperà principalmente su Padova (Caffè Pedrocchi, Ristorante Zaramella, Centro Mezzomo, etc..). È di questo periodo la grande intesa personale ed artistica con Corrado Forlin, l’animatore del Gruppo, nonché il suo incontro memorabile con Filippo Tommaso Marinetti la sera del 10 novembre 1941. Dopo quella tumultuosa serata, F.T. Marinetti in persona prenderà in grande considerazione la sua produzione di Aeropopesia, riservandogli numerose dediche entusiastiche e, di fatto, facendolo divenire il referente centrale del Gruppo Savarè, dopo la morte sul fronte russo dell’amico Forlin. Dopo un periodo in cui avrà grande attenzione per il cinema e il teatro (già iniziato con il Teatro a sorpresa di Forlin e poi grazie all’amicizia con Giovanni Acquaviva, autore del Teatro di popolo attore), Ubaldo Serbo si dedicherà in seguito al giornalismo, prima ne “Il Giornale di Vicenza” e poi ne “La Provincia” (di Como).
Contributo di
Daniela Tazzi