“Un prigioniero, isolato nella sua cella, infila un bastoncino in un foro del muro: cavo al suo interno, il
bastoncino crea un sottilissimo canale di collegamento con un altro prigioniero, isolato anche lui nella sua
cella, sul lato opposto del muro. Soffiando dentro il bastoncino, uno fa arrivare all’altro il fumo della sua
sigaretta. Il fumo dell’uno viene più volte inspirato dall’altro.
Una situazione intima e paradossale, erotica a distanza, fuor-viante, out-landish.
I due prigionieri si baciano attraverso il muro con un bacio fatto d’aria, respirando l’uno il respiro dell’altro.
Respirarsi è una forma d’amore.”
Gabriele Germano Gaburro
«Non c’è fumo senza incendio; un Chant d’amour è una comunione con la quale Jean Genet ci accompagna dentro una prigione al fine di liberarci da essa»
Derek Jarman