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radio solaire livorno

Radio Bamako (Mali) 1991

« Dare la voce ai senza voce. Questa è stata la vera rivoluzione » —Giorgio Lolli

Radio Solaire Livorno è un progetto di Federico Bacci, Francesco Eppesteingher, Giorgio Lolli, Massimo Carozzi pensato per la città di Livorno.

C’è stato un momento in cui l’etere era gratis e di tutti, in cui non si doveva pagare per trasmettere ed era possibile farlo con poco. Un momento in cui le antenne avevano poca potenza e la radio era una cosa più vicina, uno strumento di difesa democratica, uno strumento potenzialmente di tutti. Le nuove generazioni non ricordano questo periodo pionieristico, in cui bastava un amplificatore e si poteva fare una Radio. La comunità che si inizia a riconoscere nelle parole sentite via etere, le dediche delle canzoni, le notizie sugli scioperi, sui vecchi del quartiere, i dischi messi a ripetizione.

Un bolognese a Livorno

In pochi sanno che, proprio a Livorno, il bolognese Guglielmo Marconi si formò imparando ad usare il telegrafo e l’alfabeto morse grazie ad un vecchio marinaio livornese, Nello Marchetti. Ed è tra Livorno e Pisa, a Coltano, che nel 1903 fece uno dei suoi più importanti esperimenti effettuando la prima trasmissione radiotelegrafica con un trasmettitore a scintilla. Obiettivo di Marconi era percorrere più chilometri possibili nell’etere, mandare messaggi in tutto il mondo e, in particolare, comunicare con le colonie italiane in Eritrea, a Massaua: la trasmissione radio, dalle sue parole, doveva essere il mezzo con cui diffondere ordini alle colonie. Anche per questo, anni dopo, il fascismo lo accolse come un figlio: nel fascismo la parola venne considerata fondamentale per l’indottrinamento del popolo e la tecnologia doveva essere al servizio del potere. Marconi, che aderì sin da subito al fascismo, sostenne sempre le ragioni della guerra in Etiopia, schierandosi apertamente a favore dell’interventismo in Africa.

Stazione Radiotelegrafica Marconi (Coltano) 1911

Anche Giorgio Lolli è bolognese. E anche Giorgio, come Marconi, ha portato la radio in Africa ma con intenzioni meno bellicose e più democratiche. La sua filosofia è opposta a quella di Marconi, la radio deve essere strumento rivoluzionario, per prima cosa al servizio del popolo. Obiettivo di Giorgio è dare voce ai senza voce; non vuol dare ordini, vuol dare a tutti la possibilità di dire la propria. È per questo che con la sua impresa, la Solaire, installa in Africa oltre 500 stazioni radiofoniche, nei villaggi più sperduti del Mali, del Togo, del Senegal, del Burkina Faso; radio che trasmettono in FM, poco costose e con trasmettitori a bassa potenza, radio alla portata di tutti.

Trasmettitore Tex 20 con originale sabbia del deserto - Lomè (Togo) 1996

Ma la sua rivoluzione non si ferma qui: Giorgio immagina un’Africa agli antipodi di quella immaginata da Marconi, il più possibile indipendente ed emancipata, in una parola sola “decolonizzata”, restituita agli africani. Fonda così diverse scuole di formazione gratuite per operai, tecnici e conduttori radiofonici specializzati.

La radio in un continente come quello africano, da media “datato” come viene considerato in Italia diventa lo strumento di comunicazione appropriato, economico ma adatto a coprire le lunghe distanze. In quei paesi parla la lingua e i dialetti del posto e cancella la lingua coloniale. In un’ecologia delle tecnologie, la radio in Africa riacquista così funzione e vita.

Centre de Formation des Techniciens de Radio & Television - Lomè (Togo) 2003

L’azione di esorcismo tecnologico.

Portare Giorgio Lolli a realizzare una radio comunitaria a Livorno rappresenta per noi un atto di esorcismo tecnologico, in quanto « demarconizza » la costa, « decolonizza » l’etere, ritrova quella natura spontaneista che sta alla base delle esperienze virtuose delle radio indipendenti.

Il segnale radio ha di per sè qualcosa di magico: trasforma il suono in elettroni, lo spara nell’etere fino a raggiungere un ricevitore e lo ritrasforma in suono attraverso le vibrazioni degli speaker. In questo processo si colgono ancora gli echi delle discipline alchemiche, un mirabile passaggio di stato, un moderno atto magico. Giorgio, seminando antenne in giro per il mondo e rendendo possibili le trasmissioni tra esseri umani, assume così il ruolo di Medium/Sciamano, funzione di cui oggi pensiamo ci sia sempre più bisogno.

Producendo piccole radio con vantaggio limitato e area di copertura ristretta in contrapposizione alle potenti radio con aree di copertura nazionali, Giorgio esalta la profonda democraticità di un mezzo che non necessita di costose infrastrutture e che permette a più comunità di esprimersi ed informarsi. Una moltitudine di piccole radio comunitarie contro pochi grandi network. La nostra azione cercherà di rimettere al centro della discussione il potere unificante e non discriminatorio dell’esperienza radiofonica indipendente e comunitaria, che ha diritto di esistere e di essere alla portata di tutti.

Un atto che esalta, attraverso la pratica, la forza inclusiva del mezzo radio e abbandona quella muscolare e tecnologica della rete delle reti. All’interno di un panorama della comunicazione sempre più settorializzato e suddiviso in fasce di ascoltatori/consumatori di opinioni e merci o opinioni-merce, la radio, messa nelle mani giuste, rappresenta un mezzo di comunicazione diretto, non mediato e per questo di contropotere e democratico.