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Giuseppe Tagarelli
15 febbraio 2021

12. Giuseppe Tagarelli

Giulio Aristide Santorio, Malaria (1883)

Mal aria, Mal aire, Mal aere, una parola che nel corso dei secoli passa ad indicare, oltre che la causa, una malattia che ha condizionato la vita economica, sociale, politica e culturale della pensiola italiana; un agente invisibile che ne ha improntato la storia. Post-unità erano 600000 i contagiati e 15000 le morti annue, ma i dati statistici non raccontano come la Malaria ha condizionato il paesaggio e la geografia umana. L’antropologo e ricercatore Giuseppe Tagarelli ci regala un racconto storico di una malattia che con una traslazione temporale diventa specchio del Terzo Millennio.

«…questo breve racconto stimola a fare delle considerazioni…la prima è legata sull’attualità farmacologica delle specie vegetali usate in passato per le cura dell’infezione… la seconda che tale corpus di rimedi empirici, rappresenta un prezioso patrimonio di cultura immateriale, spesso improntate da una tradizione millenaria tramandata da generazione in generazione … E perfino la tradizione di affiancare il rito magico all’assunzione del rimedio empirico, trova corrispondenza in un frammento del papiro di Ebers che recita: la magia è efficace con i farmaci, e i farmaci sono efficaci con la magia … »

Riferimenti e fonti bibliografiche


Giuseppe Tagarelli (Cosenza, 1968) laureato in Scienze Naturali con dottorato di ricerca in Antropologia, è ricercatore del CNR presso l’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo. Già docente presso l’Università degli Studi di Messina e l’Università Mater Boni Consilii di Tirana, rivolge il suo interesse scientifico allo studio del paesaggio, dell’etno-botanica e della biodemografia. Ad oggi, è autore di più di 100 articoli scientifici pubblicati su libri e riviste nazionali ed internazionali.