13. Stefano Chiodi
50 minuti per ripercorre il ruolo di una figura, tanto brillante quanto isolata, della critica dell’arte militante italiana: Alberto Boatto. A pochi anni dalla sua scomparsa il Museo MAXXI di Roma gli dedica un importante focus con materiali selezionati dal suo archivio. Stefano Chiodi, cuatore della mostra, racconta per « Rubriche d’Aria » come la scrittura critica, vissuta da Boatto come un atto intellettuale e alieno da strategie e politiche culturali, si fa “sguardo dal di fuori”, ovvero uno sguardo insieme del naufrago e dell’esploratore spaziale, di chi cioè osserva il mondo da un punto esterno, solitario, remoto, e ne coglie una fisionomia nuova e sorprendente…
«…nell’epoca dei viaggi spaziali … l’immagine del pianeta Terra si è modificata grazie alle fotografie dei satelliti … questa suggestione cosmologica porta Boatto a ragionare su che cosa sia lo sguardo, che cosa comporti lo sguarda dal di fuori, per la prima volta questo sguardo annulla le differenze umane, la Terra è unita … Boatto si sottrae così alla lotta dell’attualità e in questo modo paga un prezzo che è l’isolamento, la solitudine, la remotezza come un’astronauta in orbita, quello che guadagna è una visione senza pari, del mondo come insieme… »