15. Sandra Burchi
La voce non inganna e non tradisce, la voce e la sua unicità possono diventare motivo di riflessione e di ricerca, come per Sandra Burchi che, per Rubriche d’Aria, propone un percorso a partire dal libro di Adriana Cavarero, “A più voci: filosofia dell’espressione vocale” (Feltrinelli, Milano, 2003). Da qui è possibile rileggere la storia della voce come rovescio dei grandi temi che hanno attraversato la filosofia delle origini. Dopo una breve introduzione, Sandra lascia alle voci di alcune donne con cui è in relazione la lettura di brani scelti dal libro di Cavarero, tessendo un filo teso tra un capitolo e l’altro. Bianca Monteleone, Sara Barton, Cecilia Silvestri, Maddalena Petragnoli, Arianna Sarti, Matilde Sarti Scarinci, Federica Merenda, Beatrice Meoni, Monica Mariniello e Renata Pepicelli con la figlia Anna evocano «a più voci», figure femminili che hanno contribuito a una esperienza della vocalità che si contrappone al sistema logocentrico della parola.
« …prima ancora di farsi parola la voce è una invocazione rivolta all’altro, fiduciosa…
…C’e’ una lingua che io parlo e mi parla…una lingua al tempo stesso unica e universale che risuona in ogni lingua nazionale…in ogni lingua fluisce latte e miele e in questa lingua, lo so, non ho bisogno di entrarci, essa sgorga da me, fluisce da me, è il latte dell’amore e miele del mio inconscio, è la lingua che le donne parlano quando non c’e’ nessuno a correggerle… »
— Hélène Cixous