03. Eva Brioschi
Tutto d’un fiato, Eva Brioschi ci offre una dissertazione sull’aria, dalla sua corrispondenza con la libertà, alle diverse modalità in cui i corpi entrano in rapporto con essa, fino ad approdare all’opera di Henri Chopin. L’artista francese (Parigi, 1922), negli anni 50 riceve in regalo un magnetofono ed inizia a sperimentare la lingua, lavorando sugli stessi fonemi, sulla voce, sul corpo. La voce, potente e libera, captata elettronicamente, diventa una esperienza sensoriale totale. Il fine ultimo è la libertà come reazione al logocentrismo.
« La paura aleggia ovunque in questo periodo storico…ci allontana…ci trasfigura…stravolge la nostra fisicità e identità. Chopin non teme niente, rifiuta di assoggettare la potenza della vita ad alcunché, men che meno alla parola…il corpo è essenziale alla vita senza bisogno di spiegazione…questo linguaggio nuovo, non semantico, può rappresentare una forma di comunicazione libera e universale che puo’ partecipare alla creazione di un mondo nuovo, libero… »